Nuraghi nel Territorio di Mara

 Cosa sono i Nuraghi?

I nuraghi (nuraghe/-s runaghe/-s in sardo logudorese) sono costruzioni in pietra a forma di cono senza punta presenti con diversa concentrazione in tutta la Sardegna. Sono unici nel loro genere e rappresentativi della civiltà nuragica. Ne rimangono in piedi circa settemila (secondo alcune fonti ottomila), sparsi su tutta l'isola, mediamente uno ogni 3 km², contraddistinguendo fortemente il paesaggio sardo.
Quanto alla loro funzione, gli studiosi ancora non hanno espresso un parere comune, mentre la maggior parte di loro pensa che furono costruiti nel II millennio a.C., a partire dal 1800 a.C. fino al 1100 a.C. Alcuni sono più complessi e articolati, veri e propri castelli nuragici con la torre più alta che in alcuni casi raggiungeva un'altezza tra i venticinque e i trenta metri. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si tratta di torri ristrette verso l'alto, un tempo alte dai 10 ai 20 metri, con diametro alla base tra gli 8 e i 10 metri.
I primi nuraghi, detti protonuraghi, furono edificati in un'epoca situata quasi certamente nella parte iniziale del II millennio a.C. Di alcuni è stata effettuata una datazione che ha restituito dei risultati alquanto verosimili, indicanti un periodo iniziale di costruzione intorno al 1800 a.C.
Secondo l'archeologo Giovanni Lilliu, durante la media età del bronzo, attorno al 1500–1100 a.C., si ebbe presumibilmente il maggior sviluppo di questi edifici.
Nell'età del ferro, ossia dal 900 a.C. in poi, non furono costruiti nuovi nuraghi, tuttavia non furono abbandonati ma anzi in alcuni casi vennero ristrutturati e riadattati, forse come luoghi di culto.
Si calcola che siano stati realizzati non meno di 10 000 nuraghi
Ne sopravvivono circa 7 000, in stato di conservazione più o meno buono e distribuiti in tutta la Sardegna con una densità media di 0,27 per km².
Le costruzioni nuragiche hanno subito i danni maggiori negli ultimi 150 anni, soprattutto dopo l'emanazione dell'editto delle chiudende quando divennero materiale da costruzione per i muretti a secco che ancora oggi caratterizzano il paesaggio sardo, e con l'ampliamento della rete viaria e l'impiego delle pietre nelle massicciate stradali.
Secondo l'archeologo Giovanni Ugas dell'Università di Cagliari, la parola nuraghe potrebbe derivare invece da Norax o Norace, eroe degli Iberi-Balari. È possibile infatti che la radice Nur- sia un adattamento ai timbri mediterranei della radice indoeuropea Nor- che si ritrova in alcuni toponimi della Sardegna (es. Nora, Noragugume), nel Lazio con Norba città dei Volsci o Noreia antica città del Norico.
Il linguista Massimo Pittau ritiene che la parola nuraghes, nelle sue varie forme, è sicuramente da riportare al sostrato linguistico pre-punico, pre-romano e quindi protosardo o nuragico.
I Nuraghi presenti nel territorio Marese sono principalmente di due tipologie strutturali :
  • Nuraghi a corridoio o protonuraghi: Chiamati anche "pseudo-nuraghi" o "protonuraghi", i nuraghi a corridoio sono il tipo più antico. Differiscono in maniera significativa dai nuraghi classici per l'aspetto più tozzo e la planimetria generalmente irregolare e perché al loro interno non ospitano la grande camera circolare tipica del nuraghe, ma uno o più corridoi, o comunque ambienti minori. L'altezza di norma non superava i 10 metri benché la superficie occupata da queste costruzioni era in media notevolmente maggiore rispetto a quelli a torre. L'ambiente più funzionale e forse più importante di questi edifici era il terrazzo che probabilmente ospitava delle coperture lignee che fungevano da ambienti abitativi. Poco conosciuti fino a qualche decennio fa sono al centro di studi e dispute fra gli studiosi che hanno iniziato a considerarli fondamentali per la comprensione del "fenomeno nuragico".  Dei circa 7 000 nuraghi censiti solo 300 circa sono di questo tipo.
"Nuraghe Coladorzos"

  • Nuraghi monotorre a thòlos: È il nuraghe per antonomasia e rappresenta la quasi totalità dei nuraghi della Sardegna. La torre, di forma tronco-conica, ospita al proprio interno una o più camere sovrapposte, coperte appunto da una falsa volta, o più spesso con la tecnica ad "aggetto" del thòlos, cioè sovrapponendo giri di pietre via via più stretti fino a chiudere la volta. In genere venivano innalzati due circoli murari concentrici, e l'interstizio che ne risultava veniva riempito di pietrame.L'accesso, architravato, è generalmente sullo stesso piano di calpestio del suolo e immette in un andito che immette frontalmente nella camera centrale e lateralmente (generalmente a sinistra) nella scala elicoidale ricavata all'interno della massa muraria che conduce al terrazzo o alla camera superiore. Oltre all'andito, alla camera centrale e a quelle superiori sono spesso presenti altri ambienti minori come nicchie e cellette ricavate nello spessore murario ma anche pozzi o sili scavati nel pavimento.
"Nuraghe Tomasu"

Percorso Escursionistico dei Nuraghi



Fonti Wikipedia

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