Storia della Dea Madre

 

4000-3400 a.C

Nella fase avanzata della Cultura di Bonu Ighinu, vi sono importanti novità legate alla fase culturale, che si manifestano nell'aspetto religioso ed in quello funerario. Infatti, si diffondono le statuine femminili di stile volumetrico interpretate come rappresentazione della Dea Madre. Questa tipologia di statuine è la più antica, diversi esemplari vennero ritrovati in varie zone della Sardegna (tranne che a Mara ).
Le statuine della Dea Madre erano legate al culto dei morti, infatti solitamente si ritrovano come corredo del defunto, ma non solo, erano anche oggetto di culto e venerazione della vita


        4300-4000 a.C

Al termine della Cultura di Bonu Ighinusegue una fase di transizione che porta alla «Cultura di Ozieri» (4300-4000 a.C.).
Anche in questa fase, diffusa in varie parti della Sardegna, abbiamo dei ritrovamenti legati alla Dea Madre, di stile volumetrico, con caratteristiche leggermente differenti, di cui, anche per questa tipologia di statuina, definita dello stile «braccia conserte», non vi sono stati ritrovamenti a Mara.
La fase più avanzata del Neolitico recente (4000-3500 a.C.), periodo della Cultura di Ozieri, la raffigurazione delle statuine della Dea Madre, assume carattere differente, con forme non più con aspetto volumetrico, ma stilizzate.
Si possono definire di stile «planare»perché hanno forma cruciforme assise e stanti, a placca intera e traforata.

  Dea Madre"Grotta di Tintirriolu"

Di questo periodo, ne sono testimonianza quattro esemplari rinvenuti, di cui nessuno integro, nella Grotta di Sa Ucca ‘e Su Tintirriolu nel territorio Marese.
La caratteristica di questo stile di Dea Madre è raffigurata da una placca di forma trapezoidale con spalle "ad apici".
Nel volto sono raffigurati il naso, gli occhi e sul petto è incisa una collana.


In un’altra statuina sembra di scorgere, raffigurate, delle treccine o dei capelliSono conservate nel Museo Sanna, a Sassari.

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